La notte in cui Dimitri è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo medici e infermieri, da sempre abituati a vederne di brutte, hanno portato le mani al volto, inorriditi. Del bel viso di Dimitri, quattordici anni compiuti da qualche giorno, c’erano brandelli sanguinolenti, naso e labbra staccati, i denti che si intravedevano da una massa informe di carne e ossa. Era stato un cane, un randagio inferocito, a sbranargli la faccia. Ed ora il ragazzino era intontito dallo choc e dal dolore.
Medici e infermieri sono dovuti ricorrere al sangue freddo di chi lavora da anni in un pronto soccorso di frontiera per trovare il coraggio di avvicinarsi a quella creatura straziata per diagnosticarne i danni e per organizzare un intervento che tentasse di ricucire quell’orribile disastro. Sul referto, il medico di turno ha scritto testualmente: «Sfracelo maggiore del volto, distacco del naso, frattura del setto nasale, distacco dell’intera impalcatura cartilaginea delle narici, del labbro superiore coprente il mascellare e disfacimento dell’anatomia della regione vestibiolare della cavità orale». Insomma un disastro.
E c’era da intervenire subito perchè la complicanza più temibile era lo stato di ischemia avanzato, vale a dire la mancanza di irrorazione del sangue dell’intera regione nasale. Si rischiava, in parole povere, una necrosi. Dimitri sarebbe rimastro un mostro per il resto della sua vita. Un volto amputato, impresentabile. L’unica chance che avrebbe avuto sarebbe stato un difficilissimo trapianto di faccia da cadavere, col rischio di rigetto e di gravi problemi psicologici data l’età del ragazzo.
Dimitri, però, è stato fortunato. In servizio c’era il dottor Antonio Gragnaniello, chirurgo con lunga esperienza non solo di chirurgia d’urgenza, ma anche di chirurgia plastica ricostruttiva e otorinolaringoiatria. La camera operatoria è stata allestita in un attimo. E l’operazione è cominciata subito.
È lo stesso Gragnaniello a spiegare cosa è stato fatto. «Dopo una visita fulminea, data la gravità e l’urgenza, il bambino, in evidente stato di choc psicologico, impotente a comunicare anche perchè di nazionalità ucraina» racconta il medico. E riprende: «L’intevento è stato lungo e complesso. Ma siamo riusciti, con l’aiuto del collega Adolfo Lo Russo e dell’equipe infermieristica, con una sola seduta operatoria, ad effettuare una buona ricostruzione plastica ottenenendo anche una pervietà buona delle prime vie aeree. Tant’è vero che quando il giovanissimo paziente è stato estubato ha potuto immediatamente respirare autonomamente, ha sentito subito gli odori».
Insomma l’intervento è riuscito alla prefezione non solo relativamente all’aspetto estetico ma anche rispetto alla funzionalità degli organi compromessi dalle laceranti ferite. Senza mai neppure un decimo di alterazione febbrile, senza nessuna complicanza.
Nei giorni scorsi Demitri è potuto tornare a casa, a Quarto, dalla sua mamma e dal suo papà. «Ora dovrà soltanto essere sottoposto a sedute di laserterapia per togliere le tracce delle cicatrici. E potrà ritornare così a una vita assolutamente normale, senza più le tracce dell’orribile esperienza».
E il cane che fine ha fatto? Dopo l’aggressione l’animale randagio ha fatto perdere le proprie tracce. «Della sua pericolosità è stata fatta una denuncia alla asl» precisa Gragnaniello. La storia sarà pubblicata su un post scientifico con iconografia nell’ospedale San Paolo.
Fonte testo articolo: IlMattino.it – Lunedì 10 Agosto 2015, 08:55
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