Calano le iscrizioni a ruolo e aumenta la percentuale dei procedimenti in cui la parte decide di presentarsi. Nel corso del convegno dedicato a «Il giusto rapporto tra giurisdizione e mediazione: prima e dopo la direttiva comunitaria», è stato fatto il punto sullo stato di attuazione della conciliazione obbligatoria con i dati del ministero della Giustizia relativi a tutto il 2011. E la lettura appare un po’ meno pessimista di quella data la scorsa settimana nel corso delle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario.
Le iscrizioni, infatti, con una rilevazione in 43 tribunali nelle materie oggetto della mediazione, segnalano un calo del 30 per cento. Un risultato che, anche se un po’ al di sotto delle aspettative, viene considerato comunque significativo. Anche perché segnala che l’obiettivo di arrivare anche a un minimo di deflazione del contenzioso in entrata potrebbe essere raggiunto.
I segnali confortanti, dal punto di vista del ministero, arrivano anche sul versante della partecipazione al procedimento con un tasso che è andato via via crescendo dal 25 al 38 per cento. E, come si conferma, quando l’aderente si presenta davanti all’organismo di conciliazione nella maggioranza dei casi un’intesa viene trovata. L’ultimo aggiornamento segnala che al 31 dicembre 2011 i procedimenti iscritti erano 60.810 e quelli definiti 40.162. La gran parte di questi ultimi, però, definiti con un verbale che prende atto dell’impossibilità di raggiungere un’intesa.
E vero, poi, anche quello che sottolinea lo stesso ministero della Giustizia e cioè che a marzo 2011, nelle settimane immediatamente precedenti il debutto del tentativo obbligatorio di conciliazione si è registrata un’iscrizione assai superiore alla norma proprio per evitare la strettoia della nuova procedura e che nei mesi successivi, soprattutto dopo che la disciplina attuativa è stata rinviata alla Corte costituzionale, gli avvocati hanno evitato le iscrizioni in attesa della pronuncia della Consulta. A proposito della quale lunedì scade il termine per la presentazione delle memorie. Anche se il ministero della Giustizia fornisce sul punto solo dati percentuali è comunque interessante il consuntivo sull’azione dei vari organismi di conciliazione. Dove, stando alla voce più significativa, quella sul tasso di definizione con accordo raggiunto, la migliore performance è quella degli organismi allestiti dagli ordini professionali. Con l’eccezione, in qualche modo comprensibile, di quello degli avvocati. Al vertice c’è così un exploit di quasi il 29% per le professioni, a fronte del 16% (minimo tra tutti i soggetti) per i legali, mentre gli enti delle Camere di commercio e privati, quanto a percentuale, si equivalgono con risultati positivi nell’ordine del 23 per cento.
Le statistiche del ministero sottolineano, infine, la velocità della procedura di mediazione che, secondo quanto emerso dalle rilevazioni, dura circa la metà dei quattro mesi massimi previsti dalla legge. I dati confermano anche una partecipazione degli avvocati in mediazione, a dispetto delle contestazioni degli ultimi mesi. Più allarmante, invece, il dato sulla conciliazione delegata che cresce poco, attestandosi al solo 2%, ovvero occupando un posto irrilevante nel quadro generale del ricorso all’istituto della mediazione.»
Giovanni Negri
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