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Mediazione: l”Italia promossa dal Parlamento europeo (comunicato del Ministero della Giustizia)

10 settembre 2011

Il Parlamento Europeo, con la Risoluzione  2011/2026 del 13 settembre 2011, ha fatto il punto sull”attuazione negli stati membri della direttiva 2008/52/CE relativa a determinati aspetti  della mediazione in materia civile e commerciale.

 

All’esito dell’esame dei principali  approcci regolamentari e delle differenti metodologie adottate degli Stati membri per favorire il ricorso alla mediazione,  il Parlamento si è soffermato in particolare:

  • sul requisito della confidenzialità segnalando che l’Italia ha adottato un approccio rigoroso nei confronti della confidenzialità nelle procedure di mediazione (punto 1);
  • sulla procedura per conferire autorità all’accordo scaturito tra le parti in sede di mediazione osservando che, nella maggior parte degli Stati membri,  l’accordo raggiunto ha la stessa efficacia di una decisione giudiziaria, (in Italia mediante omologazione del giudice diviene esecutivo);
  • sulle iniziative intraprese per fornire incentivi finanziari alle parti che deferiscono le controversie alla mediazione: in Italia tutti gli atti e gli accordi di mediazione sono esenti da imposte di bollo e tasse (punto 6);
  • sulla obbligatorietà della mediazione sottolineando che l’esempio più lampante è il decreto legislativo italiano n. 28 che punta a riformare il sistema giuridico e ad alleggerire il carico di lavoro dei tribunali italiani (punti 8 e 10).

 

In conclusione il Parlamento europeo, nel rilevare che in alcuni paesi membri, tra cui l’Italia, la legislazione nazionale è andata oltre i requisiti di base della direttiva sulla mediazione ed i risultati raggiunti dimostrano che la mediazione può contribuire a una soluzione extragiudiziale conveniente e rapida (punto 9)richiede alla Commissione di presentare una proposta legislativa sulla composizione  alternativa delle controversie, auspica ulteriori azioni per promuovere il rafforzamento del ricorso alla mediazione con il coinvolgimento di avvocati, notai, imprese, in particolare le PMI, docenti universitari, riconosce l’importanza di stabilire norme comuni per l’accesso alla professione di mediatore a garanzia della qualità della mediazione, assicurando un’elevata formazione professionale e l’accreditamento in tutta l’Unione.

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