Lo specialista in pediatria si occupa della prevenzione, del benessere fisico, mentale ed emozionale dei bambini e degli adolescenti nell’ambito della loro cura in ogni fase dello sviluppo, ovvero dalla nascita fino all’età di 14 anni a volte anche fino a 18, si occupa anche dell’educazione sanitaria (quest’ultima riguardante, com’è ovvio, tutta quella sfera di comportamenti familiari che si riflette sul benessere psico-fisico del bambino).
Obiettivo primario è :
- Di diminuire il tasso di mortalità infantile.
- Di gestire la diffusione della malattia infettiva.
- Di promuovere standard per una vita sana.
- Di contribuire a facilitare la soluzione di problemi nei bambini e negli adolescenti con le circostanze croniche.
- Di prescrive accertamenti ed esami (o li effettua egli stesso, quando possibile).
- Di organizzare visite o ricoveri (possiede contatti con gli altri specialisti).
- Di coordinare la terapia ed i controlli successivi.
La pediatria si occupa principalmente di malattie quali:
- Lesioni.
- Infezioni.
- Circostanze genetiche e congenite.
- Cancri.
- Malattie e disfunzioni dell’organo, ma si occupa anche degli effetti a lungo termine su qualità di vita, sull’inabilità e sulla sopravvivenza.
I Pediatri sono impegnati con la prevenzione, l’individuazione tempestiva e la gestione dei problemi compreso:
- Disordini inerenti allo sviluppo.
- Problemi comportamentistici.
- Inabilità funzionali.
- Problemi sociali.
- Disturbi mentali compreso i disordini di ansia e di depressione.
Ogni bambino, sin dalla nascita, deve avere il suo pediatra.
Quando si diventa genitori la preoccupazione principale riguarda, lo stato di salute del proprio bambino; oltre ad accertarsi che il neonato non soffra di patologie particolari, una delle cose più importanti da fare è un monitoraggio costante della sua crescita:
- In termini di altezza e peso.
In quanto valori troppo al di sotto o al di sopra della norma nei centimetri e nei chilogrammi presi gradualmente dal bambino potrebbero essere indicativi di problematiche purtroppo anche molto serie.
Il modo più efficace e immediato di avere un’idea “visiva” di quanto il piccolo aumenti mano a mano è senza dubbio la curva di crescita questa è formata da vere e proprie tabelle, suddivise in parametri come:
- Altezza.
- Peso.
- Sesso.
I cui valori sono calcolati sulla base di un campione di bambini rappresentativo di una determinata popolazione.
Attualmente le più usate sono quelle elaborate dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Consultando il vostro pediatra, potreste spesso sentirgli dire, a proposito dello sviluppo di vostro figlio, a quale percentile il bambino corrisponde, (i diagrammi percentili, rappresentano l’unità di misura utilizzata per stabilire in che modo proceda la crescita del bambino in termini di altezza e peso).
I diagrammi percentili consentono principalmente di stabilire se il ritmo di crescita è accettabile e se sia quindi possibile escludere problemi legati allo sviluppo fisico; un bambino che si trovi tra il terzo e il 97° percentile ha comunque una crescita adeguata, i bambini al di fuori di questa soglia potrebbero invece presentare un problema, e sarebbe opportuno fare ulteriori controlli con l’aiuto di uno specialista.
Vediamo adesso come utilizzare la tabella di crescita, che si presenta nella forma di un grafico cartesiano:
dopo aver naturalmente fatto una primaria distinzione basata sul sesso del bambino, la mamma può segnare sulle ascisse (linea orizzontale) l’età del bambino, in settimane fino ai 3 mesi e in mesi veri e propri dopo; sull’asse delle ordinate deve essere invece tracciato il peso, valutato senza pannolino.
Dopo aver eseguito questo procedimento è possibile incrociare i due dati e segnare il punto esatto in cui le due linee si incontrano, per scoprire a quale curva si avvicina maggiormente il proprio bimbo e a quale percentile corrisponde.
Questa operazione va ripetuta periodicamente, all’incirca ogni mese, segnando naturalmente ogni volta i punti per formare la curva di crescita del neonato.
Rimane tuttavia importantissimo precisare che non necessariamente lo stato di salute si misura in chili o centimetri, perché questi attengono anche a fattori genetici e a peculiarità scritte nel proprio patrimonio cromosomico; per valutare lo stato del proprio bambino occorre guardare se il suo percorso nello sviluppo rimane lineare, ossia se peso e altezza si mantengono all’incirca sulla stessa curva mese dopo mese; in questo caso, significa che tutto sta procedendo per il meglio.