- Antinfiammatorio.
- Antiedemigeno.
- Antidolorifico.
- Cauterizzante o riparatore di tessuti.
- Antinfiammatorio.
- Analgesico.
- Biostimolante.
Il laser crea uno stato infiammatorio, un edema, nel quale le cellule danneggiate liberano sostanze che provocano dolore.
La stimolazione laser determina un aumento di produzione di endorfine ciò provoca un innalzamento della soglia del dolore favorendo così l’effetto antalgico.
L’Analgesia è immediata e il paziente noterà un istantaneo abbassamento del dolore permettendogli la ripresa immediata dell’attività.
Per combattere il dolore, in genere vi sono diversi mezzi; il più comune è quello farmacologico con la somministrazione di FANS (farmaci antiinfiammatori non steroidei).
Per ottenere però dei risultati occorre assumerli a dosi elevate con il rischio di conseguenze dannose, in particolare per lo stomaco.
La soluzione più logica è quella di agire direttamente sull’edema, eliminando quelle sostanze algogene che procurano dolore, senza conseguenze o effetti collaterali.
Per arrivare a questo risultato è necessaria la luce laser la quale attua una terapia naturale che agisce sulle cellule del tessuto, le ricarica di energia, le riporta alle normali condizioni fisiologiche, e non contiene alcun tipo di radiazione dannosa per l’organismo.
Tutti ne possono essere sottoposti, dal più giovane al più anziano, anche i soggetti debilitati, diabetici, portatori di pacemaker.
Proprio per questi motivi la terapia laser può essere protratta e ripetuta nel tempo con il vantaggio di sospendere i farmaci.
La laserterapia è importante che venga prescritta da un medico ed eseguita da un medico.
Vi sono due diverse tecniche:
- A puntale: dopo aver individuato il punto dolente, il laser viene messo a contatto con la cute del paziente per mezzo di una specie di “matita”; questo metodo si usa su una superficie limitata del corpo.
Quando i punti dolorosi sono diversi e interessano ampie superfici cutanee, si adotta:
- A scansione: in questo caso il laser viene posto vicino al paziente e dal suo braccio esce un fascio di luce che oscilla coprendo la zona dolente.
Il paziente non avverte nessun fastidio, anzi alcune volte prova una sensazione piacevole.
L’unica avvertenza durante le sedute è quella di indossare degli occhiali particolari per proteggere gli occhi.
La quantità delle sedute dipende dalla patologia in questione, in genere si effettua un ciclo di dieci sedute.
Possono essere di più o di meno secondo la risposta del paziente.
La durata di ogni seduta varia dai quindici ai trenta minuti.
Per le patologie dolorose croniche, come ad esempio quelle che riguardano la schiena e altre, sono sufficienti due cicli all’anno per stare bene per diversi mesi.
- Colonna vertebrale: artrosi cervicale, artrosi lombare, lombalgia, dolori muscolari del dorso.
- Capo: cefalee di origine cervicale.
- Collo: torcicollo, colpo di frusta.
- Faccia: nevralgia del trigemino, rinite vasomotoria, sinusite.
- Spalla: periartrite scapolo omerale.
- Gomito: epicondilite (gomito del tennista), borsite olecranica, epitrocleite.
- Mani: artrosi articolazioni interfalangee, artrite reumatoide, pseudo artrosi, rizoartrosi, tunnel carpale.
- Ginocchio: gonartrosi femoro-rotulea, borsite.
- Piede: spine calcaneari, borsiti, tendinite del tendine di Achille, zampe d’oca, fascite plantare.
- Tendinopatie.
- Contratture muscolari.
- Traumi contusivi a carico dell’apparato muscolare.
- Traumi distorsivi.
- Dolore muscolare.
- Herpes zoster acuto.
- Nevralgia post-erpetica.
- Ulcere cutanee.
- Anca: troconterite, coxite.
- Pube: tendinopatie degli adduttori, pubalgia.