Lo rilevano i dati su IRES, IRAP e studi di settore diffusi ieri dal Dipartimento delle Finanze.
In piena crisi economica (anno d’imposta 2009), le società “in rosso” ammontavano al 37% del totale, contro il 35% dell’anno precedente. È solo una delle tante fotografie della crisi che emerge dai dati diffusi ieri dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia, relativi alle dichiarazioni IRES e IRAP presentate nel 2010 e nel 2011. Nella stessa tornata, sono state divulgate anche le statistiche relative agli studi di settore per il 2009.
L’aumento delle società in perdita non stupisce, se si considera che – nello stesso anno – la difficile congiuntura economico-finanziaria ha determinato un calo del 5,1% del PIL reale e del 3,1% del PIL nominale.
Sul fronte del reddito d’impresa – principalmente concentrato al Centro e al Nord – si registra un calo medio del 6,7% rispetto al periodo d’imposta 2008: in particolare, il dato segna una forte diminuzione nelle isole (-17,6%), mentre il decremento più lieve riguarda il Nord-Ovest (-2,6%). Rilevante, poi, l’aumento delle società fallite (+61,67%) o estinte (+52,08%).
Cala dell’8%, inoltre, l’imponibile dichiarato dalle società di capitali, nel 2009 pari a 126.482 milioni di euro contro gli oltre 137mila del 2008. In generale, il numero delle dichiarazioni fornite dalle società di capitali è cresciuto del 2,6%, con un +36% nel settore della fornitura di energia elettrica e un +6,6% per le attività professionali. Cifre sconfortanti provengono dall’attività manifatturiera, le cui società, nel complesso, hanno dichiarato un’imposta inferiore del 32,3% rispetto al 2008. Lo stesso settore resta, però, fra i soggetti che dichiarano i maggiori importi d’imposta, insieme alle attività finanziarie, assicurative e commerciali.
Riguardo all’IRAP, si segnala una diminuzione del 3,3% del numero dei soggetti che hanno presentato la relativa dichiarazione, trend che può essere spiegato con l’adesione crescente al regime dei minimi (+23,8% rispetto al 2008), oltre che con l’ampliamento delle casistiche dei contribuenti non assoggettabili all’imposta.
In generale, i soggetti “in positivo” per il 2009 sono circa 4.750.000, vale a dire il 2,9% in meno rispetto all’anno precedente, per una base imponibile complessiva di 655 miliardi: anche quest’ultimo dato è in netta diminuzione (-6,5%), a causa del ridotto numero di dichiaranti e, ovviamente, della crisi. Per quanto concerne la distribuzione settoriale, il 50% della base imponibile deriva dal commercio (12%), dalle attività finanziarie (12%), dalle costruzioni (7%) e soprattutto dal settore manifatturiero (19%), che di per sé cala però del 22%. Risultano in crescita, per contro, il settore finanziario (+16%) e quello energetico (+13%). In piena coerenza con i risultati del 2008, l’attività produttiva appare ancora concentrata soprattutto alNord (54%), mentre rimane ferma al 16% al Sud.
Un terzo e ultimo “capitolo” riguarda, infine, gli studi di settore. Anche qui, l’adesione al regime dei minimi ha determinato una riduzione (-0,7%) dei soggetti sottoposti agli studi: il 63% degli oltre 3 milioni e 500mila contribuenti fa parte delle persone fisiche, mentre per i restanti 20 e 16% si tratta, rispettivamente, di società di persone e società di capitali ed enti.
In tutti i settori si assiste a una diminuzione dei ricavi e dei compensi, complessivamente pari a -5,5%. La diminuzione dei redditi totali, inoltre, raggiunge il picco massimo nel settore manifatturiero (-37%) e risulta comunque sensibile nel commercio e nei servizi (-7%). Decisamente più contenuto l’effetto della crisi sui redditi dei professionisti (-1%).
È stato anche effettuato un confronto fra i livelli di reddito medio dei soggetti congrui e non congrui, rilevando un divario notevole: per i professionisti, ad esempio, il reddito medio dei soggetti congrui è pari a 77.000 euro, contro i 34.400 euro dei soggetti non congrui. Una “forbice” analoga si evidenzia, poi, nelle manifatture (da 36.100 euro a una perdita di 27.200) e nel commercio (da 29.100 euro a una perdita di 900 euro).
Redazione
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